Cuore di un bimbo si ferma per 40 minuti, il medico lo fa rivivere

Birmingham è successo l’impensabile, il piccolo cuore di un bimboha cessato di battere per ben 40 minuti, quando un miracolo è riuscito a salvarlo: un medico, con il suo intervento tempestivo, haaperto il suo torace, pompando l’organo a mano. Il bimbo si chiamaJoshua Baker, ed ha soli 5 anni. Ha subito un arresto cardiacopochi giorni dopo aver subito una rischiosa operazione, la quale era finalizzata a correggere un’anomalia del suo cuore.I medici, dopo essere riusciti a salvare il bimbo, avevano avvertito comunque i genitori che il bimbo avrebbe potuto subire dei problemi al cervello, perchè per ben 40 minuti era rimasto senza ossigeno, ma dopo pochi mesi Joshua è felice,sano e gioca insieme alla famiglia, senza alcun problema.

Beintoo: start-up italiana vince a Parigi

Beintoo, fondata da un giovane imprenditore italiano, vince il primo premio alla prestigiosa rassegna parigina LeWeb.

Un riconoscimento prestigioso se si considera l’importanza della manifestazione, una delle principali nel settore in Europa e sponsorizzata anche da Google. Per essere presenti a LeWeb hanno fatto domanda oltre 600 startup e solo 16 sono state selezionate per la finale.

Il funzionamento di Beintoo è quindi questo: un inserzionista che voglia premiare i suoi clienti, può finanziare dei premi al raggiungimento di un certo punteggio in alcuni giochi, mentre uno sviluppatore può utilizzare questo incentivo per aumentare il numero di persone che giocano con la sua app e guadagnare.

L’avventura di Beintoo nasce da un’idea del fondatore Antonio Tomarchio, già creatore di una startup nel settore della pubblicità online. Il progetto inizia a prendere forma nell’estate del 2010 quando Tomarchio, che nel frattempo aveva venduto la sua precedente società a Dada, decide di lanciarsi in una nuova avventura focalizzandosi sul settore mobile. Dopo qualche mese passato ad elaborare l’idea, l’iniziativa prende definitivamente forma all’inizio del 2011, anche grazie all’aiuto finanziario fornito da alcuni business angel italiani.

Inventa il sistema per risparmiare carburante

Il meccanico Leonardo Grieco ha messo a punto il Kinetic Drive System, che permette alle auto di dimezzare i consumi di carburante, abbattere le emissioni del 60 per cento e allungare la vita del motore dell’80 per cento. Il Kds, scartato dalle grandi case automobilistiche (tra cui la Fiat), viene montato in alcune carozzerie svizzere.

Leonardo Grieco, inventore del Kds

Si chiama Kinetic Drive System (Kds) e promette di dimezzare i consumi di carburante, abbattere le emissioni del 60 per cento e allungare la vita del motore dell’80 per cento. L’invenzione porta la firma di Leonardo Grieco, un meccanico di lungo corso di Saltrio (Varese), uno di quelli che si è “guadagnato i galloni in officina – come dice lui stesso -, in anni di lavoro”, sporcandosi le mani oltre ad usare la testa.

Oggi il suo Kds, dopo essere stato brevettato, ha ottenuto dalla motorizzazione svizzera l’autorizzazione ad essere montato sui veicoli e in un’officina del Canton Ticino è già possibile farselo installare per poco meno di 2 mila euro. Per un non addetto ai lavori non è semplice intuirne il funzionamento, ma in buona sostanza il Kds è composto da una centralina che interviene sul meccanismo della frizione. “Una volta accelerata la massa – spiega l’inventore – la macchina resta su un numero di giri ottimale e ad ogni cambio di marcia, grazie a questo sistema si risparmiano 700 giri motore. Infatti, mentre normalmente si scende al minimo di giri, qui si utilizza il motore soltanto quando dà la coppia migliore, fra i 1700 e i 2300 giri. Praticamente a parte lo spunto iniziale, la macchina viaggia quasi sempre a basso regime, basta dare un colpo di gas ogni tanto e ci si mantiene a velocità di crociera. Il pedale della frizione non c’è e per cambiare si usa solo la mano”.

Il signor Grieco ha montato il sistema su una vecchia Skoda 1900 turbo diesel: “Ho già fatto 50 mila chilometri con questa macchina e i risultati sono sorprendenti. Questa auto, che oggi ha 290 mila chilometri, fa abitualmente attorno ai 500 chilometri con un pieno, da quando ho montato il sistema Kds sono stabilmente sopra i mille”. Al signor Grieco dobbiamo credere sulla parola. Oltre ad aver visto la centralina montata e ad aver percepito il suo vibrante entusiasmo, non abbiamo infatti a disposizione elementi empirici sufficienti ad avvalorare la sua scoperta, se non un breve viaggio di prova da cui effettivamente abbiamo potuto constatare che il pedale dell’acceleratore viene usato davvero poco.

Se quanto promesso fosse vero si tratterebbe di una innovazione sensazionale. Con macchine capaci di percorrere normalmente 50 km con un litro. Di questa vicenda colpisce anche un’altra cosa: “Questa scoperta potrebbe valere metà del combustibile mondiale – dice Grieco – ci ho speso dieci anni di lavoro e tentativi. Soldi, tempo e impegno. Nessuno ha però voluto darci retta. Nessuno ha voluto vederlo e capirne il funzionamento. Abbiamo scritto alle case automobilistiche di tutto il pianeta: a Marchionne, a Montezemolo, negli Stati Uniti, in Corea, dappertutto. Abbiamo speso un capitale in lettere e raccomandate. Le risposte che ci sono arrivate sono tutte uguali. Hanno tutte lo stesso desolante tenore, ne ho un cassetto pieno”.

Insomma, Grieco ha scritto e presentato il suo Kds alle principali case automobilistiche che hanno sempre risposto alla stessa maniera: “Ci dispiace tanto, ma la sua invenzione non ci interessa”. Ma l’inventore del Kds non ci sta: “Questi signori dovrebbero scendere dalle loro scrivanie e toccare con mano, sedersi sulla macchina e provarla prima di dire che non gli interessa. Prima provi, studi, poi mi dici che non funziona. Una bocciatura motivata la posso anche accettare. Ma una chiusura a priori no. Nelle cose, per capirle, bisogna metterci il naso”. Dal momento che nessuna casa automobilistica ha creduto nel progetto, Grieco ha stretto un accordo con un’officina elvetica che ha accettato di montare il sistema sulle auto svizzere: “Siamo andati alla motorizzazione del Canton Ticino, hanno provato il sistema, hanno verificato le caste e dopo dieci giorni avevamo in tasca l’autorizzazione a montarla. Una cosa simile in Italia, con tutta la burocrazia, sarebbe impossibile”.